Gli italiani hanno piena fiducia nei dentisti liberi professionisti, al pari del medico di famiglia.
A certificarlo un sondaggio presentato dal Prof. Renato Mannheimer durante il quarto workshop di economia odontoiatrica organizzato da ANDI a Cernobbio (CO).
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A chi affidare il tuo sorriso?
“Non affidate il vostro sorriso al primo che capita”. È questo l’invito dell’ANDI per sensibilizzare verso il problema dell’abusivismo odontoiatrico ed i rischi che il turismo odontoiatrico comporta.
“Ancora oggi – dice il Presidente ANDI Gianfranco Prada – sono molti i pazienti che si rivolgono a finti dentisti, veri e propri truffatori che si spacciano per professionisti senza averne titoli, autorizzazioni e capacità”.
“Vi fareste fare un elettrocardiogramma da uno qualunque”, si chiede Prada. Ovvio che no. Lo stesso deve valere per la cura dei denti e la bocca.
Rivolgendosi ad un falso dentista si mette a rischio la propria salute generale. Il rischio arriva dal fatto che un finto dentista non ha studiato per fare il dentista e non si aggiorna, come fanno i dentisti veri. Una cura odontoiatrica non è un servizio artigianale – tappo il buco del dente, costruisco la protesi – ma un atto medico che implica, in primis, saper riconoscere lo stato di salute del paziente ed i suoi bisogni per evitare rischi futuri. Requisito necessario per ottenere una cura di successo o di una riabilitazione che durerà nel tempo se si tratta di interventi protesici.
Affidandosi ad un abusivo, poi, si rischia di trovarsi in uno studio che non rispetta norme igieniche legate alla sterilizzazione, lo studio illegale non viene costantemente controllato come capita ai dentisti abilitati.
Altra pratica rischiosa è quella di rivolgersi all’estero per cercare un dentista che, all’apparenza, costa di meno.
“Ognuno è libero di farsi curare da chi gli pare e non abbiamo nulla da dire contro la concorrenza – dice il Presidente Prada – ma è doveroso sottolineare che questo comporta tutta una serie di aspetti negativi che sono stati denunciati dai tanti pazienti che hanno ricevuto cure in quei Paesi. Uno di questi è il fatto che i pazienti che si rivolgono all’Estero non hanno nessuna possibilità di rivalersi legalmente contro quei dentisti in caso di insuccesso o problemi. Problemi che sono tanti e frequenti in primo luogo perché non vengono rispettati i tempi biologici necessari per le cure, le riabilitazioni”.
Tratto da “il tuo dentista informa” a cura di A.N.D.I .
Si può sviluppare “rigetto” verso un impianto dentale?
Se ti stai chiedendo se si può sviluppare rigetto verso un impianto dentale la risposta che ti possiamo dare è negativa. Vediamo perché.
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Lo sbiancamento dentale
Con il passare del tempo, molti alimenti (vino rosso, liquirizia, tè, caffè ecc.) e abitudini come il fumo, ma anche alcune tipologie di medicinali, modificano il colore naturale dei denti rendendoli più scuri e meno luminosi. Denti meno bianchi possono farci perdere sicurezza in noi stessi e crearci frustrazione. Per fortuna esiste lo sbiancamento dentale che può essere usato come rimedio! Vediamo in breve di cosa si tratta.
Il brillantino ai denti: come si applica e cosa comporta?
In quale modo si applica il brillantino al dente?
Il brillantino si applica sul dente con un procedimento molto semplice, cioè si “incolla” con un liquido adesivo e si “asciuga” con una lampada polimerizzante a led. Questo si può fare solo dal dentista!
Il brillantino non danneggia il dente anche perché può essere sempre rimosso e il dente torna esattamente come era all’inizio.